Debito pubblico e risparmio privato: la situazione in Italia
È piuttosto comune dipingere l’Italia come un paese fortemente indebitato. Si sente spesso parlare di elevato spread e di un debito pubblico quasi fuori controllo.
Sebbene la situazione del debito pubblico non sia rosea, occorre fare un importante distinguo: per analizzare la situazione finanziaria di un paese, non basta soffermarsi solamente sul debito pubblico, che rappresenta i debiti contratti da parte dello Stato, ma bisogna analizzare anche l’indebitamento privato, ovvero tutti i debiti contratti da famiglie ed imprese.
Se analizziamo infatti la situazione debitoria italiana nel suo complesso, ci si rende conto che essa non sia così catastrofica, ma anzi ci si riscopre più in salute e virtuosi rispetto a diversi paesi spesso descritti come la best practice.
L’evoluzione storica del debito pubblico italiano
Se analizziamo l’evoluzione del debito pubblico di alcuni dei paesi più sviluppati, ci si rende conto che l’Italia, partendo già dal 1980 come paese più indebitato, abbia enormemente aumentato il suo indebitamento, passando da un rapporto debito/PIL del 55% ad un 134% attuale.
Rapporto debito-PIL in Italia e altri paesi
Si nota come i due periodi di maggiore aumento del debito siano stati gli anni dal 1980 al 1993 e quelli dal 2008 al 2013, ovvero il periodo successivo alla crisi finanziaria del 2008. A partire dalla metà anni ’70, come si può vedere dal grafico seguente (fonte: Bankitalia), il rapporto deficit-PIL inanellò una serie consecutiva di anni a doppia cifra che continuò fino alla metà degli anni ’90. Nonostante una forte crescita dell’economia, il debito passò da meno del 60% a più del 110%
Rapporto deficit/PIL in Italia
Per quanto riguarda il periodo seguente il 2008, una crescita negativa o nulla abbinata ad un deficit di bilancio pubblico ha portato l’indebitamento oltre il 130% del PIL.
Tra gli altri paesi presi in considerazione si nota che tutti hanno subito notevoli incrementi del debito tranne la Germania, che si dimostra il paese più virtuoso del gruppo. La Germania, infatti, ha addirittura ridotto il suo debito a seguito della crisi del 2008, anche grazie a misure di austerity.
Nel grafico seguente possiamo invece osservare chi detiene il grosso dei titoli che compongono il debito pubblico nazionale:
Chi detiene BOT e BTP in Italia
Si evince come negli ultimi anni la BCE abbia aumentato notevolmente la quota di titoli da essa posseduta, anche grazie alle misure di Quantitative Easing messe in campo dall’ex governatore Draghi e continuate sotto la gestione Lagarde. Collateralmente, la parte detenuta da imprese e famiglie si è ridotta notevolmente, così come quella detenuta da banche e istituzioni finanziarie nazionali. Le compagnie assicurative hanno mantenuto stabili le loro quote, mentre istituzioni straniere hanno subito oscillazioni nel corso degli ultimi 5 anni, rimanendo intorno al 30%.
L’evoluzione storica della ricchezza privata italiana
Nel contempo, mentre l’economia pubblica si indebitava enormemente, come si sono comportati i cittadini italiani?
I due grafici seguenti ci danno un’idea dell’andamento del patrimonio privato dal 1995 fino ad oggi. (fonti: ISTAT e Banca D’Italia)
Evoluzione della ricchezza delle famiglie italiane
Ricchezza delle famiglie e sue componenti
È possibile notare che, a differenza del settore pubblico, i privati hanno visto la propria ricchezza aumentare considerevolmente, passando da uno stock di patrimonio complessivo di circa 4500 miliardi nel 1995 agli 11000 miliardi attuali, un incremento del 144% (ne parliamo anche qui). Si nota che la componente di patrimonio immobiliare, per lo più composto da case e terreni, sia incrementato notevolmente fino al 2007 per poi assestarsi, un comportamento simile a quello subito alle attività finanziarie, dovuto anche ad un incremento della liquidità tenuta sui conti correnti e al rendimento quasi nullo dei titoli di Stato. Si nota anche che le passività finanziare siano piuttosto esigue rispetto alle attività, sottolineando un’attitudine culturale a non indebitarsi, posizionandosi quindi come uno dei paesi con meno debito privato in Europa. (fonte: Eurostat)
Debiti di imprese e famiglie in Europa
Quali sono le considerazioni da fare in ottica patrimoniale
Dopo aver analizzato la situazione a livello globale, prendendo in considerazione quindi debito pubblico e risparmio privato, è possibile notare come la situazione non sia catastrofica come è opinione diffusa tra la popolazione, nonostante l’elevato debito pubblico sia comunque un’importante criticità.
La grande ricchezza netta privata, pari a oltre 4 volte il debito pubblico, rappresenta un grande buffer di sicurezza per l’economia globale.
Oggi tutti noi ci troviamo ad affrontare una nuova sfida mai affrontata da persone e aziende dal dopoguerra: la pandemia ha costretto tutti ad agire tempestivamente per mettere in sicurezza cittadini e lavoratori. L’alto debito pubblico, settori industriali che ripartono da zero, modelli da rivedere e nuovi rischi da coprire ci impongono di capitalizzare l’esperienza maturata nella gestione della crisi. Qual è il ruolo del Consulente Patrimoniale in questo contesto? Essere parte attiva nel processo di ricostruzione. Occorrerà saper sensibilizzare i propri clienti, siano essi famiglie, aziende o professionisti sui nuovi rischi caratteristici di questa epoca, condividere la riclassificazione delle priorità e assicurare loro flessibilità, resistenza e capacità di adattamento.
Laureato in Amministrazione, Finanza Aziendale e Controllo presso l’Università Bocconi di Milano. Consulente Patrimoniale dell’area Nord Italia.