Imposta patrimoniale: di che cosa si tratta e come fare per tutelarsi

A causa della crisi economica causata dalla pandemia attuale, sta tornando sempre più di moda l’idea di un’imposta patrimoniale per finanziare le ingenti manovre economiche che ci aspettano nei prossimi mesi.

Che cos’è un’imposta patrimoniale?

Un’imposta patrimoniale è, come suggerisce il nome, un’imposta che colpisce il patrimonio, che esso sia mobiliare (denaro, azioni, obbligazioni, metalli preziosi) o immobiliare (case, terreni, palazzi) delle persone fisiche, proporzionale al livello di ricchezza posseduta. Essa quindi non grava sui redditi da lavoro, bensì sulla ricchezza detenuta dal contribuente, qualsiasi essa sia la sua forma.

Essa può essere periodica, ovvero applicata ogni anno, come ad esempio l’IMU sulle proprietà immobiliari o l’imposta di successione sulle eredità, oppure una tantum, ossia applicata una sola volta in situazioni particolari. Dell’ultima versione, in molti si ricorderanno il prelievo forzoso del 6 per mille imposto dal governo Amato nel luglio del 1992, per far fronte ad una svalutazione eccessiva della Lira. In quel caso vennero colpiti conti correnti, conti deposito, buoni fruttiferi e libretti di risparmio. La modalità operativa fu quella del decreto-legge, applicando quindi nell’arco di una notte il prelievo, senza dare possibilità di fughe di capitali, ai tempi piuttosto frequenti, quando molti varcavano il confine italo-svizzero con borse piene di contanti.

Analizzando i casi più recenti, una misura di entità ben più importante, venne effettuata nel 2013 a Cipro, nel pieno della crisi del debito sovrano. A farne le spese furono tutti i possessori di azioni, obbligazioni e conti correnti oltre i 100mila euro, che videro applicate aliquote da un minimo del 4% ad un massimo del 20%. Questa fu la prima applicazione pratica del “bail-in, la normativa che regola i depositi bancari, la quale stabilisce che in caso di crisi di un istituto bancario, siano i correntisti a rimetterci di tasca loro, finanziando con i loro risparmi il salvataggio della propria banca.

Perché oggi se ne parla così tanto

Nonostante le recenti smentite da parte di diversi esponenti del nostro Governo, la situazione economica di emergenza nella quale stiamo vivendo può suggerire che dalle parti del Ministero dell’Economia se ne stia parlando e che si stiano valutando misure simili a quelle attuate dal governo Amato. Del resto, l’Italia, benché abbia un debito pubblico tra i più grandi al mondo, che rende difficili manovre economiche attingendo a deficit, dispone di un enorme risparmio privato: si parla di masse di patrimonio finanziario di 4.200 miliardi di euro, di cui circa 1.600 depositati sui conti correnti, come anche discusso qui. Parliamo di più del doppio del PIL nazionale, che per il 2019 è stato di 1787 miliardi di euro. È legittimo quindi pensare che in tempi di emergenza, i risparmi delle famiglie italiane possano essere presi di mira per far fronte alle manovre economiche.

Come fare per tutelarsi

Fortunatamente il legislatore mette a disposizione dei cittadini che abbiano intenzione di tutelarsi alcuni strumenti di risparmio e investimento che permettono al contraente di porsi al riparo da manovre di questo tipo. Parliamo delle forme di risparmio e accantonamento sotto la forma di polizze assicurative: soluzioni a gestione separata per quanto riguarda la ricchezza da consolidare e delle polizze unit linked per chi voglia accantonare risparmi per la creazione di un capitale futuro investendo sui mercati finanziari.

Le polizze assicurative, infatti, godono della protezione per legge ai sensi dell’articolo 1923 del Codice Civile, il quale garantisce l’impignorabilità e l’insequestrabilità delle somme conferite all’interno di un prodotto assicurativo. Queste soluzioni garantiscono uno scudo impenetrabile per tutti i soggetti terzi che vogliano aggredire il nostro patrimonio, compreso lo Stato. Per questa ragione è sempre più importante considerare questi strumenti in un’ottica non solo di pianificazione finanziaria, ma soprattutto in un’ottica di protezione di quello che abbiamo costruito e di quello che andremo a costruire.